lunedì 21 novembre 2011

Il primo bacio

A trent'anni si limona di brutto. Io non ci credevo invece è così. O almeno alcuni amici lo fanno tutti i venerdì sera e io continuo a non capirne il senso.
Sarà che per me limonare è sempre stata un'espressione strana. Era una di quelle parole che s'imparano alle scuole medie e che non si riescono a visualizzare.
La prima volta che mi hanno detto "ma lo sai che hanno limonato!" ho annuito sconvolta – perché avevo capito che quella frase doveva destare stupore – mentre immaginavo due persone e un limone. Embè? Non succedeva niente, al massimo la mia fervida fantasia arrivava a vedere i miei compagni mentre preparavano una bella torta, da dividersi a merenda.
Poi qualcuno me l'ha spiegato. Allora si è aperto tutto questo universo di lingue che s'incontrano e s'intrecciano. Un universo reso ancora più mistico dalla lettura dei Cioè e dei Top Girl durante la ricreazione. Altro che Tutto Musica e Diabolik, ero proprio indietro.
Cavoli era tutto molto complicato. Senso orario, senso antiorario, solleticare i denti. E la caramella da passare nella bocca del tuo lui era solo una delle tante variazioni, come se al momento del mio primo bacio avessi già bisogno di combattere la monotonia.
Quante cose c'erano da sapere, era incredibile come avessi potuto sottovalutarle. Ma per fortuna i giornaletti mi avevano salvato per tempo. Poteva ancora essere un momento magico, anche per me.
C'erano delle istruzioni da seguire, bastava programmare, pianificare e arrivare preparati. Proprio come alle lezioni di storia. O forse più come alla campestre dove basta allenarsi e correre. Stando così le cose non c'era da perdere tempo. Ancora però non sapevo come trovare compagni di allenamento.
Decisi che ne bastava uno, così i miglioramenti sarebbe stati anche più visibili e mi dedicai totalmente ad approcciarlo. In realtà ad approcciarla, perché tutte le mie attenzioni si rivolsero verso la vasca da bagno.
Erano dei baci un pò freddi – come la ghisa – ma non si può dire che lei si tirasse indietro. Anzi ero io a dover dire basta.
E poi ci si vedeva spesso, d'estate tutti i giorni, e gli incontri non erano per nulla difficili da organizzare.
Non so quanto mi sia servito, qualche errore l'ho commesso di sicuro.
Per esempio nessuno mi aveva detto se potevo sputare per terra appena inforcata la bici per tornarmene a casa e quindi ho ritenuto di poterlo fare. Ma ancora non ne sono sicura. Forse non si fa.

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