giovedì 24 novembre 2011

Il corso d'inglese

Il giovedì sera è il maledetto giorno del corso d'inglese. Dalle otto alle dieci.
Non potendo scegliere un corso profescional, perché non ho così tanti denari da investire nel mio futuro, mi sono iscritta a quelli organizzati dal comune, a cui per altro è impossibile accedere.
Quindi prima faccio il test, poi entro in lista d'attesa perché sono tutti al completo. Questo mi permette di passare l'estate a sperare e anche le prime settimane di settembre.
All'improvviso, quando a Milano c'erano ancora 27 gradi nonostante non fosse più estate, ricevo la chiamata che accolgo con lo stesso entusiasmo che se mi avesse chiamato il grande signore Iddio in persona.
Mi hanno preso! Ottavo livello. Ora tra me e la regina Elisabetta ci sono solo due piani di scale. Se alzo la testa posso vedere che biancheria stende sul balcone. E se non mette bene le mollette posso anche tenermi una delle sue calze. Chissà se a lei cadono i panni.
Compro il quadernino. Righe o quadri? Pensando che se si trattasse di una camicia preferirei i quadri ho scelto le righe. E vado, con lo zainetto in spalla e l'astuccio delle formiche, quello delle superiori.
Scelgo come vicina di banco quella più defilata ma non in ultima fila, quella che potrebbe avere più o meno la mia età. Chi se ne frega se sembra un'animatrice del grest e se ascolta le omelie papali. Dietro di me si nasconde l'impiegata muta. Davanti a me la settantenne infame. Quella che l'inglese lo sa meglio di tutti solo che le servono tutte le due ore di lezione per dirci che non è sposata. Scandisce una parola dopo l'altra e si ferma per inserire nel discoro nevertheless. Ogni volta che qualcuno sbaglia la pronuncia o la sintassi le si forma una nuova ruga sulla faccia. Entro Natale assomiglierà alla cordigliera delle Ande vista da satellite.
Poi c'è il poliziotto napoletano che torna giù tutti i fine settimana, il nero brasiliano con tanto cuore amore ed energia, il torinese si salva. Gli altri no. La professoressabiondoplatino mette solo gonne senza calze, forse ci vede magri e vuole darci in pasto le sue coscione lardose. Enjoy!
Il giovedì sera torna ogni fottuto giovedì e parliamo, perché il corso sarebbe di conversazione ma nessuno parla. Allora io ci provo a parlare, ma non so che dire perché non ho niente da dire né sulle conversazioni soddisfacenti, né su Tony Blair e nemmeno sul mio viaggio in India, visto che non l'ho mai fatto.
Allora fingo di essere un'attrice famosa Rossella Sforza e ho girato con Tarantino, faccio anche teatro e sono di Roma. Mi sono pure fatta Brad Pitt, ma non ditelo all'Angelina perché lei non lo sa. Fatemi il favore. Poi arrivano le dieci e me ne vado a casa perché poi dove cazzo voglio andare.

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