domenica 15 dicembre 2013

Ho fatto il backup

Era più di un anno fa e la pensavo così.

"È così. In un anno è cambiato tutto.
La casa anche tre volte, la taglia dei pantaloni, la seconda persona singolare.
Il numero di scarpe è diverso. È incredibile perché i piedi non crescono come le unghie.
Mi piace pure il melone, e non mi sforzo, ci tolgo i semi e lo sgranocchio di gusto come se fossi un topo. Mangio anche le carote cotte e non riesco a guardare più in là, e non ho mai avuto bisogno degli occhiali né di salire in punta di piedi. Forse dovrei smetterla di ostinarmi a portare scarpe basse, forse il tacco aiuterebbe.
Poi parliamo, mentre bolle l’acqua e dopo pranzo, quando Paolo suona. Io non capisco mai quando è l’ora di andare via. Ho paura di sentirmi a casa. Allora mi siedo sul bordo della sedia e tento di cogliere segnali che non ci sono, nessuno mi chiede di andarmene.
Io non mi capacito del perché. Torno alla mia fermata. Casa. Mi sento come se stessi aspettando, che poi c’è chi aspetta anche al capolinea.
I saldi sono finiti e il senso non l’ho trovato. Penso che lo comprerei anche a prezzo pieno."

Sto per cambiare casa di nuovo.