mercoledì 21 marzo 2012

Senza soffitto. Senza cucina.

Mi sono trasferita.
Alla fine la casa l'ho trovata, di fretta e con rassegnazione.
In casa ci sono anche un frocio e il suo chiwawa. Quel cane è così piccolo che ancora non sa a che genere appartiene, quindi possiamo dire che siamo tutti della stessa razza.
So che non sarà mai casa mia.
Ora ci attaccherò il posterpresoallasettimanafigadeldesainalondra, una foto di quando ero piccola, una della camera di Giovanni Pascoli che mi mette una tristezza infinita e non so perché ce l'ho. Ho già sparso in giro un po' di animali. La giraffa che è venuta con me in Spagna, i gufi, il piccolo nanetto di semi, i pesci da mettere al collo. C'è anche un gabbiano di ceramica ma per ora non vola perché non so da dove fargli spiccare il volo.
Il muro è da ridipingere, staccando la plastica è venuto via l'arancione di fondo. Pendono il cavo dell'adsl-che-non-ci-sarà-mai-più e un interruttore. Ma la bruttezza non sta qui.
È dover vedere tutte quelle creme che non saprei nemmeno dove mettere, nel porridge con le fragole della mattina, nel dover rispondere continuamente "no, grazie", o sentirmi dire "ci faremo un viaggetto a Madrid" dopo 4 ore che ci conosciamo, nel dover parlare.
Non ho quasi niente da dire e non ho voglia di ascoltare. E quando arriva la sera voglio solo dormire, non voglio accarezzare un chiwawa pezzato che assomiglia a una vacca mora. Nemmeno farlo giocare.
E quando mi sveglio la mattina ho lo sguardo annebbiato e i capelli in disordine. Allora li lego. Mi lego anch'io.
Mi dice che la mattina non vanno bene i biscotti perché si mettono tutti sui fianchi.
Mi dice che i miei amici mangiano pesante, scandalizzato per una pasta con i broccoli cucinatami alla sera.
Mi dice che lui non è per il gaypride, perché le manifestazioni sono per contestare, invece lì cosa c'è da contestare, l'omosessualità è normale. E poi tutto quel circo e poi ci sono anche i transessuali, che schifo.
Io rientro e lo sento biascicare uno spagnolo imbarazzante. Ha conosciuto un ragazzo di Madrid in chat. Con lui non è solo sesso. Perché qui a Milano tutti se la tirano e pensano solo al sesso sesso sesso sesso sesso. Sesso sesso sesso sesso sesso sesso.
È così patetico da non riuscire a suscitarmi tenerezza. Se solo scopasse.
In questa casa non c'era una mensola, non c'era un libro. Nemmeno il cucchiaio d'argento o cotto e mangiato.
A me torna in mente la canzone dei Endrigo. C'era una casa molto carina. Chissà dov'è.
Poi penso che devo ancora attaccare il tuo biglietto. E che quel materasso troppo molle e allo stesso tempo spinoso ti deve ancora ospitare. Ma forse il tuo biglietto si rovina su quel muro brutto. Forse arriverai tu e sarà tutto bello.


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